Il nuoto è il metodo con cui noi esseri umani ci muoviamo nell’acqua. All’Ulysse lo pratichiamo dalle 7 del mattino alle 21.45 dal lunedì al venerdì(al sabato chiudiamo alle 20.00, ndr.) Le conoscenze sviluppate fino ad oggi accertano l’importanza che tale disciplina, se svolta correttamente, può avere nello sviluppo psicofisico dei giovani e dei bambini e nello sviluppo e mantenimento dello stato di salute, sia fisico che mentale, degli adulti. Il nuoto è un’attività ricreativa ma è anche uno sport competitivo. Il nuoto e gli sport acquatici ad esso correlati, vengono praticati per diversi motivi. Spesso questi scopi si sovrappongono, e un nuotatore competitivo ad esempio, può nuotare anche per motivi di salute e benessere fisico e viceversa.
Quando si è in acqua ci si può muovere in svariati modi per mantenere il galleggiamento. Al fine di ottimizzare la velocità e le prestazioni a livello agonistico tuttavia sono andati definendosi dei particolari modi di nuotare detti “stili”. Al giorno d’oggi esistono quattro stili ufficiali con cui si disputano le gare, essi sono regolatmentati dalla FIN. Stile libero: non pone restrizioni sull’azione che possono intraprendere i nuotatori, ad eccezione della porzione a stile libero delle gare miste. In pratica, la stragrande maggioranza delle gare viene disputata usando il cosiddetto crawl che è lo stile più veloce, effettuato spingendo all’indietro le braccia una alla volta e battendo le gambe dall’alto al basso una alla volta, senza restrizioni di simmetria. Farfalla / Delfino: in queste gare al nuotatore è richiesto di mantentere un movimento simultaneo con simmetria bilaterale (la metà sinistra del corpo fa gli stessi movimenti della destra, allo stesso tempo). Inizialmente veniva eseguito raggruppando le gambe e scalciandole indietro come nella rana. Tale nuotata veniva definita a Farfalla. Più avanti fu introdotto un colpo di gambe dall’alto verso il basso simmetrico e simultaneo. L’innovazione, non contraria al regolamento FINA, è stata largamente impiegata tanto da sviluppare un nuovo modo di nuotare a farfalla detto delfino.
Al giorno d’oggi nella totalità (o quasi) dei casi nelle gare a farfalla viene utilizzata la nuotata a delfino, molto più veloce e efficace, tantoché le due denominazioni “farfalla” e “delfino” hanno finito per diventare sinonimi. Rana: è lo stile dal quale si è evoluta la “farfalla”, pone l’ulteriore restrizione che le mani del nuotatore devono essere spinte in avanti dal petto, e che i gomiti devono rimanere sottacqua. È lo stile più lento. Dorso: non pone restrizioni di simmetria, ma i nuotatori devono stare girati sul dorso per tutto il tempo, ad eccezione delle virate. Il dorso viene eseguito in pratica, come un inversione del crawl – i nuotatori portano le braccia sopra le loro spalle, alternativamente e le rispingono lungo i fianchi sottacqua per fornire la propulsione.